Il trattamento correttivo incruento è stato utilizzato per molti anni nel trattamento della scoliosi e delle altre deformità spinali. Ippocrate, uno dei primi cultori dell’argomento, descriveva un apparecchio correttivo molto efficace. Paolo di Aegina, 1000 anni più tardi, tentava di correggere la deformità spinale, legando il corpo a dei supporti. Ambrosie Parè, nel 1579, fu il primo a costruire un busto con due piastre metalliche, anteriore e posteriore, simile ad un corpetto di armatura.
Nel XVIII secolo la scoliosi veniva meglio riconosciuta come entità patologica. Gli esercizi, la sospensione e busti di fogge diverse, venivano ormai usati per correggere la deformità e prevenirne l’evoluzione. Alcuni di questi busti includevano mentoniere e prese sul corpo. I primi busti accuratamente adattati venivano costruiti intorno al 1895, da Friederich Hessing di Augsburg.
Alla fine del secolo, la maggior parte dei busti si basavano sull’uso di supporti correttivi passivi con prese ascellari e fasce elastiche di spinta sulle coste con pesi a pulegge. Erano di questo tipo il busto a correzione passiva di Steindler e più tardi quello a leva di Barr- Buschenfeldt. Il primo busto a correzione attiva veniva proposto da Spitzy, che posizionava dei bottoni appuntiti sotto il mento e l’occipite: il paziente doveva attivamente mantenere l’elongazione della colonna per evitare la punta del bottone aguzzo postogli sotto il mento e l’occipite. Un’impronta decisiva nel controllo e nella correzione della scoliosi, veniva determinata dalla costruzione del Milwaukee, disegnato da Blount e Schimdt per sostituire il busto di gesso post-operatorio.
Le ortesi di tronco si differenziano tra loro per le funzioni che esercitano, per i materiali utilizzati, per modalità e caratteristiche costruttive. Si possono suddividere in tre tipologie: corsetti correttivi, busti di sostegno rigidi, busti semirigidi (stoffa e stecche).
Di fronte ad una scoliosi strutturale con caratteristiche evolutive, il trattamento può essere conservativo o chirurgico. Il trattamento conservativo, che consiste nell’utilizzo del corsetto e nella riabilitazione, viene indicato per scoliosi maggiori di 20° in età pre-puberale e puberale. Gli obiettivi del trattamento conservativo sono di arrestare l’aggravarsi della scoliosi e, secondariamente, di migliorare l’aspetto estetico attraverso il modellamento del gibbo e della salienza lombare. Nel caso di scoliosi maggiori di 25°, il trattamento ortopedico inizia con l’applicazione di un busto gessato modellato sul paziente in posizione sdraiata e in trazione in modo tale da ottenere una valida correzione. Solo in un secondo momento si passerà al corsetto ortopedico che avrà lo scopo di mantenere la correzione ottenuta con il busto gessato. Esistono diversi tipi di corsetti, i quali hanno indicazioni diverse a seconda del tipo della scoliosi e della età del paziente. Il corsetto dovrà essere indossato per un numero di ore superiore alle 20 al giorno per essere efficace, e solo verso la fine della crescita scheletrica (circa 3 anni dopo l’inizio della pubertà), in base alla correzione, si potrà scendere sotto questo limite.
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