L’ORTESI PLANTARE

Fra tutte le ortesi la più diffusa è l’ortesi plantare.
Il plantare è un presidio ortopedico volto a modificare i rapporti articolari del piede per ottenere un riequilibrio morfostrutturale dell’arto durante la fase di appoggio e propulsione, sia in statica che in dinamica. Il nome plantare deriva dalla struttura anatomica dove agisce, cioè la pianta del piede.

Si tratta di un dispositivo medico realizzato su misura che, in generale, deve rispondere a più necessità: da un lato correggere e/o compensare una problematica e dall’altra essere ben tollerata dal paziente risultando perciò leggera e soprattutto capace di migliorare la qualità della nostra vita.

Trattamenti e indicazioni. Viene utilizzato negli stati algici del piede (metatarsalgia, neurinoma di Morton, spina calcaneare, tallonite, fascite plantare, etc.) ed in determinate complicanze agli arti inferiori di patologie sistemiche quale diabete (piede diabetico), patologie reumatiche (piede reumatico), in altre patologie che colpiscono il sistema vascolare, nervoso e linfatico (vasculopatie periferiche, neuropatie, malattia di Charcot-Marie-Tooth) e in caso di deviazioni e malformazioni congenite del piede (piede cavo, piede piatto, piede equino, etc.).

Tipologie. Ne esistono di ogni forgia e dimensioni. Difficile giudicarne l’efficacia se non si è specialisti. Ci sono tuttavia dei requisiti fondamentali che i plantari devono possedere.
I plantari devono essere sempre due, anche se il difetto riguarda un solo piede. Calzare un solo plantare ha una sicura conseguenza: il mal di schiena.
Due i motivi: lo spessore del plantare crea una asimmetria tra i due arti, con conseguente curva di compenso della schiena e, non meno importante, le informazioni tattili che ricevono le piante dei piedi devono essere identiche per non alterare la percezione dello schema corporeo.

Comuni a tutti i plantari sono inoltre due appoggi arrotondati ben visibili sulla loro superficie: assecondano le curve che la pianta del piede di norma dovrebbe avere. Uno di questi a forma di ovetto o di goccia centrato nella parte anteriore del plantare (goccia metatarsale), l’altro arcuato e allungato per sostenere medialmente il piede (sostegno della volta). Il primo è necessario in caso di dita a martello, duroni sotto l’avampiede e dolorosi neuromi, il secondo è invece fondamentale per ricreare l’arco del piede quando troppo piatto.